Propensione alle relazioni e maturate conoscenze economico-aziendali fanno dell'intervistato di oggi uno dei portavoce dell'economia circolare. Conosciamo meglio Pasquale Caffio, managing director di HRC FundTraining.
Ti interessi regolarmente di sostenibilità e di economia circolare. Quali sono, secondo te, le strategie migliori per promuovere le pratiche sostenibili nelle aziende?
La sostenibilità è nelle corde di
HRC FundTraining e nelle mie da diversi anni con l’obiettivo di sensibilizzare tutti gli Stakeholder aziendali a fare la loro parte per un mondo più sano.
Favorire l’adozione di pratiche sostenibili in azienda in un'ottica di lungo termine, come indicato da Agenda 2030 e dai suoi 17 Sustainable Development Goals, è fondamentale per ridurre l’impatto sull’ambiente da parte delle attività economiche.
La prima strategia consiste nell’attivare un processo di
Greenginering, ossia una ridefinizione dei processi produttivi e di lavoro per orientare l’azienda verso l’economia circolare. È un processo che deve partire dalla proprietà coinvolgendo il board o il CDA/AD. Si tratta di un percorso di miglioramento continuo che punta a definire con chiarezza gli obiettivi della riconversione, i KPIs di riferimento e il piano di comunicazione interno/esterno che caratterizza la relazione con gli Stakeholders. Una seconda strategia si configura nel
creare consapevolezza nelle persone che operano in azienda, definendo dapprima i ruoli che dovranno presidiare questo processo e, a seguire, un
action plan e i canali attraverso i quali coinvolgere, informare e “attivare” tutti.
Cosa possono fare le istituzioni per supportare i privati nella transizione verso la sostenibilità?
Le Istituzioni rappresentano i cittadini ed esercitano le principali funzioni di governo e gestione dei processi economici. A mio modo di vedere dovrebbero dotarsi con urgenza di una funzione in grado di orientare le attività, definire politiche di sviluppo sostenibili, territoriali e settoriali, calandole nello specifico contesto.
Davvero non comprendo perché l’UE o i governi non abbiano previsto l’obbligatorietà in ogni Istituzione di una funzione specifica per il monitoraggio dei cambiamenti e la reportizzazione ad una Direzione centrale. Questo passaggio evolutivo della PA consentirebbe una
best practices e quindi un modello da seguire.
Le Istituzioni, inoltre, hanno il dovere di proporre, favorire e promuovere l’economia circolare attraverso finanziamenti e servizi mirati, con particolare riferimento alle PMI. Basti pensare che dei 209 miliardi di Euro previsti per l’Italia dal Recovery Fund, circa un terzo sarà destinato proprio alla sostenibilità e quindi al cosiddetto
Recovery Planet.
Quali saranno le grandi sfide del mondo della formazione nel 2021?
In questo anno “diversamente difficile” è
aumentata molto la formazione informale a causa del maggior tempo a nostra disposizione per apprendere attraverso canali non convenzionali (social, web, ecc.). Assume quindi un ruolo ancora più importante la capacità da parte dei responsabili della formazione, di proporre percorsi qualificanti e focalizzati rispetto agli obiettivi strategici aziendali e alla gestione dei cambiamenti in corso e attesi. È necessario investire da subito in
un piano #NewSkilling orientato alla sostenibilità e all’innovazione. Il 2020 ci ha messo di fronte a un’evidenza per me molto chiara: senza competenze appropriate non è possibile affrontare i cambiamenti e andare con successo verso un modello economico sostenibile sia a livello ambientale che sociale.
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