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Efficienza energetica nelle costruzioni e comunità energetiche: intervista a Gianni Terenzi

Che cosa vuol dire costruire in modo sostenibile? Senza dubbio occuparsi dei materiali e del processo di costruzione di un edificio, ma anche - e, di questi tempi, soprattutto - pensare all’impatto che ogni edificio avrà sull’ambiente nel corso degli anni. Uno degli aspetti più importanti della sostenibilità, in questo senso, è l’efficientamento energetico. Ne abbiamo parlato con Gianni Terenzi, bio-Architetto e Comunicatore Green, che è stato fra i moderatori di GECO nella nostra tavola rotonda sulle comunità energetiche e in quella sulla crisi climatica.

Come è cambiato il rapporto delle imprese italiane con l'efficienza energetica?

Sono ancora poche le imprese che hanno fatto un vero percorso di crescita e formativo per affrontare il cambiamento in essere del modo di approcciarsi alla riqualificazione energetica di un immobile e soprattutto alla salubrità indoor. Non è solamente una questione di normativa nZEB o di Kw/h e di efficientamento energetico, ma proprio di qualità dell’abitare, di abitare e vivere sano, creando il minor impatto possibile sull’ambiente, avendo come obiettivo il comfort abitativo interno e la qualità dei materiali utilizzati che non devono necessariamente derivare dalla petrolchimica. E non è neanche un discorso di costruire in bioedilizia o di bioarchitettura, perché non esistono, esiste solo il buon costruire.

Che cosa vuol dire, nella pratica, riqualificare energeticamente una struttura?

Trasformare gli edifici lavorando sulla prestazione energetica, e il cui fabbisogno energetico dovrebbe essere molto basso, quasi vicino allo zero. Ma non è solo cambiando gli infissi, utilizzando cappotti o, in misura molto significativa, le energie da fonti rinnovabili, compresa quella prodotta in loco o nelle vicinanze. Per avere un fabbisogno energetico pari allo zero, bisogna progettare in maniera integrata un efficientamento che comprenda il riscaldamento, il raffrescamento, l’acqua calda sanitaria, la ventilazione e l’illuminazione. E poi saper curare i ponti termici che possono compromettere l’igiene dell’abitazione, il suo comfort e, di conseguenza, aumentare il consumo energetico I ponti termici sono delle discontinuità termiche che generano un incremento delle dispersioni nei nodi critici dell’edificio (geometrici o di materiale) e avvengono spesso quando si vanno a posizionare i cappotti senza alla base una progettazione preliminare sufficiente per isolare adeguatamente quegli elementi. A mio avviso poi, il primo efficientamento viene proprio dalla progettazione del manufatto e dal modus costruendi e, ancora meglio, se questa progettazione sia legata poi ad un progetto di abitare sano e salubre, utilizzando materiali edili naturali, circolari e certificati.

Nella tua esperienza, a che punto è la consapevolezza e la sensibilità su questi temi, in Italia?

Meglio rispetto a quando piu di quindici anni fa ho iniziato a lavorare sulla comunicazione e divulgazione di questi temi ma c’è ancora tanto da fare. Ho iniziato piu di quindici anni fa con i format televisivi prodotti da RAI Educational e dal Ministero dell’Ambiente e andati in onda su RAI 1 e RAI 3 dove ho girato il mondo per piu di tra anni andando a raccontare le migliori pratiche della trasformazione green dell’abitare e della sostenibilità ambientale. “S.O.S.tenibilità”, con cui ho vinto il premio Aretè come miglior programma di comunicazione sociale e responsabile della televisione italiana e “La mia BioCasa” . Credo proprio che tutta la filiera debba essere informata, formata e sensibilizzata: utenti finali, imprese e tecnici. L’obiettivo del mio modo di comunicare questi argomenti a tutti, utilizzando anche le tecniche dello storytelling e della narrazione, è proprio quello di far arrivare tali informazioni al più vasto pubblico possibile e non solo in modo prettamente didattico, il più delle volte noioso e senza appeal. Nella web serie “Architutto…in Green” vado a scoprire materiali naturali e basso emissivi che aiutano a sanificare e rendere salubre la nostra casa oltre ad efficientarla (invece di utilizzare materiali provenienti da sintesi chimica) e realizzazioni finali in modo da far capire che…”si può fare”. Dovrei tornare a fare format televisivi, ormai questi argomenti sono sulla bocca di tutti e i temi dell’efficientamento energetico grazie anche al Superbonus sono esplosi…finalmente.

Cosa sono le comunità energetiche e perché sono importanti?

Le comunità energetiche sono costituite da gruppi di persone (cittadini, enti pubblici ed imprese) che anziché limitarsi a consumare energia, contribuiscono attivamente a produrla, distribuirla, condividerla, collaborando tra loro. Con l’obiettivo di fornire energia rinnovabile a prezzi vantaggiosi, combattere gli sprechi energetici, ridurre le emissioni di CO2. Gli utenti si trasformano così da consumatori a prosumer, partecipando al processo produttivo dell’energia. Le comunità energetiche hanno numerosi impatti positivi su persone, enti e comunità coinvolte: benefici ambientali, evitando da un lato di produrre energia da fonti fossili, dall'altro di dissipare energia in perdite di rete.

Perché hai deciso di sostenere GECO?

Perché, dall’insegnamento della pandemia, è stato creato un modo per condividere questi temi creando un’esperienza molto vicina alla realtà grazie agli avatar personalizzabili, alla tridimensionalità e all’alta interazione. Una piattaforma al 100% ecosostenibile, un evento virtuale che non solo inquina meno ma ha permesso di continuare a fare divulgazione e business sui temi del green amplificando anche le possibilità di connessione, ma soprattutto per continuare a condividere esperienze legate alle energie rinnovabili, alla mobilità green, al turismo e al cibo sostenibile e ai temi dell’economia circolare. Condividere, condividere…un pò come avviene per le comunità energetiche di cui sopra.

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Published on 06-06-2022

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